lunedì 11 marzo 2013

Post office - Charles Bukowski


Post office, Charles Bukowski. 2009, TEA. 155 pagine.

Dopo uno scambio di mail “letterarie”, settimana scorsa un amico mi consiglia un Bukowski che io non avevo ancora avuto il piacere di leggere. “Post office” entra a far parte della mia lista di lettura due giorni dopo, complice la Feltrinelli Express della Centrale che è il diavolo tentatore per quanto mi riguarda.
Questo suo ennesimo libro, letto a poca distanza da altri due, consacra Charles come l'autore più formidabile che la mia libreria rossa e verde possa constare.

E' un romanzo quasi autobiografico: Henry Chinaski, soprannominato Hank dagli amici, è il protagonista, che rappresenta l'autore stesso; un giorno decide di dare un senso alla sua vita e di guadagnare qualche soldo da poter poi spendere alle corse. Viene assunto quindi dalle poste americane. Purtroppo la sua idea – lavorare poco, spendere molto – non si realizza. Infatti, l'attività di postino lo porterà in giro per vie lastricate e quartieri poco fini, tra le più svariate intemperie, incontrando via via personaggi sempre più strani (tra cui un uomo che non vuole che gli venga recapitata la posta nella sua cassetta adibita a quello, e una donna, piacevolmente dedita a far impazzire di rabbia i postini, con lo scopo finale di fare piccole, corroboranti sveltine con loro, appoggiata al muro).

Co-protagoniste del romanzo sono, come spesso si trovano nei libri di Bukowski, le donne. Sembra quasi che l'autore non possa prescindere da loro. E così è stato in effetti, anche nella sua vita. Hank è circondato prima da Betty, l'unica donna che abbia mai amato davvero il protagonista, e che è costretta ad abbandonare per orgoglio (?) dopo che lo stesso decide di licenziarsi e di tradirla. Ma le loro strade si incroceranno di nuovo, in una situazione non particolarmente piacevole, purtroppo.

Nello scorrere della sua storia, Chinaski avrà a che fare anche con una ninfomane ricca sfondata, Joyce, che sposerà e con la quale si trasferirà nel Texas a spendere il suo tempo assai laboriosamente: ovvero, non facendo nulla se non stare immerso nelle lenzuola, e non solo per dormire ovviamente. La conclusione della loro storia? Divorzio assicurato, ma stavolta a tradire è stata lei. Un punto per Chinaski.

L'ultima donna che Hank incontra è una hippy, Fay, la quale darà a lui anche una figlia, prima di scappare definitivamente dalla sua vita, lasciandolo solo, in compagnia di una bottiglia di whisky e di cavalli.

Le storie di Bukowski sono così: nude e crude, spassose, ironiche, tristi e ubriache. Come è stata d'altronde anche la sua vita. I personaggi sono l'emblema dello stesso autore, di corsa sempre verso un nuovo lavoro, precario, perchè alla fine non è quello ciò che desidera fare tutti i giorni. L'amore per il divertimento, per l'ippodromo e i soldi che lì girano, per le donne che pare amare ognuna a modo suo, per il bel far niente con un po' d'alcool in corpo. Charles Bukowski o lo si ama o lo si odia.
Io ho scelto la prima opzione, mi pare ovvio.

Consigliato a: chi è più giovane, perchè ha tutta la vita davanti per fare le cose seriamente. Ma anche a chi invece è già maturo, perchè ha tutta la vita per rimpiangere il divertimento mai avuto.

Citazione:Una delle migliori scopate della mia vita. Sentivo l'acqua, sentivo la risacca che andava e veniva. Era come se stessi venendo con tutto l'oceano. E venivo, venivo, non finiva mai. Alle fine rotolai giù.
«Oh Gesù Cristo», dissi «Oh, Gesù Cristo».
Non so come mai Gesù Cristo finisse sempre col mischiarsi a faccende del genere.”

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