venerdì 1 marzo 2013

Shining - Stephen King


Shining, Stephen King, 1977. Bompiani, 429 pagine.

Shining
è il terzo romanzo in ordine cronologico scritto da Stephen King e viene dopo Carrie e Le Notti di Salem. Parliamo un libro di culto la cui fama è stata accresciuta dal film omonimo diretto da Stanley Kubrick nel 1980. E entrambi, romanzo e pellicola, sono capolavori; anche se i finali delle due opere sono molto diversi. King rimase contrariato quando vide per la prima volta il film, affermando che non era molto coerente con il suo romanzo.

Ma noi oggi siamo qui per parlare esclusivamente del romanzo. La trama vede Jack Torrance, scrittore fallito ed ex alcolizzato, trasferirsi con la bionda (sì, è bionda) moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni all’Overlook Hotel, tra le montagne del Colorado: il suo compito è fare il guardiano durante la chiusura invernale. Danny ha una dote particolare extrasensoriale, lo shine, e tra le mura dell’hotel si materializzano tutti gli orrori accaduti in quel posto in quasi un secolo di storia. L’hotel è il male, è vivo e vuole Danny. Per ottenerlo corrompe il più debole della famiglia, Jack. Mi fermo qui per non fare spoiler. Sappiate però che il finale mi è piaciuto parecchio, sicuramente più di quello del film.

Lo stile di King è ancora acerbo, ma già in Shining prende forma la sua capacità di fare paura, incutere timore e fare perdere per lunghi tratti la concezione dello spazio e del tempo. L’Overlook è malvagio e lo si avverte a livello fisico; volenti o nolenti l’hotel diventerà la nostra casa per tutta la durata del romanzo. Merito dell’autore che descrive alla perfezione la topologia dell’ambiente, facendo scoprire man mano tutti gli orrori. Fate particolarmente attenzione alla camera 217. La narrazione è onnisciente: significa che King descrive la storia dall’alto, sapendo già tutto di tutti. In breve: l’americano in questo libro se ne frega della regola del Punto di Vista, lasciando le seghe mentali sull’argomento ad altri. Certo, per farlo bisogna essere molto bravi. E l’autore dimostra come si possa scrivere un grande romanzo guardandolo da una prospettiva alta e raccontando la storia come fosse un film. Il lettore resta comunque coinvolto, non perde nulla e, di volta in volta, sa sempre quale personaggio pensa o quello che vede.

A parte il finale, sono tante altre le differenze sostanziali rispetto al film. Per esempio i personaggi, nel libro più numerosi e tratteggiati con più particolari. E Jack impazzisce perché “posseduto” dalle forze del male dell’hotel: questo è molto chiaro nel libro. Quindi, se già avete visto il film, non conoscete affatto il romanzo: fidatevi.

Consigliato a
:  chi ama l’horror e le belle ambientazioni. Consigliato anche a chi ha già visto il film per godersi un finale completamente diverso e affascinante.

Citazione
: “Capiva un sacco di cose riguardo ai suoi genitori. Sapeva benissimo che spesso non gradivano affatto la sua capacità di capire, e altrettanto sovente si rifiutavano di credere che lui capisse davvero. Ma un giorno o l’altro avrebbero dovuto crederci. Per il momento Danny si accontentava di aspettare.”

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