martedì 18 giugno 2013

Joyland - Stephen King


Joyland, Stephen King. 2013, Sperling & Kupfer, 350 pagine.



Joyland, l’ultima fatica di Stephen King, non è un romanzo horror. E’ molto di più. Non voglio sminuire un genere, quello dell'orrore o del brivido che tra l’altro apprezzo, ma stavolta siamo di fronte a uno zio Stevie intimo, filosofico, toccante e profondo. Molto vicino al Miglio Verde, per capirci.



Joyland è raccontato in prima persona da Devin Jones che, oggi ormai anziano, rivive in un flashback continuo il periodo più bello e al tempo stesso più doloroso della sua vita: l’estate del 1973 a Heaven’s Bay, nella Carolina del Nord. Studente squattrinato e col cuore spezzato per essere stato tradito dalla fidanzata, Devin si fa assumere dal parco di divertimenti Joyland. Trova alloggio presso la stramba vedova Emmalina Shoplaw dove conosce due studenti come lui, Tom ed Erin, anch’essi assunti a Joyland e che diventeranno presto i suoi migliori amici. Nel parco di divertimenti, Devin viene a conoscenza di un terribile segreto: nel Castello del Brivido è rimasto intrappolato il fantasma di una ragazza assassinata tempo prima proprio su quella attrazione. Devin, aiutato da Erin, dovrà scoprire l’autore di quel delitto, ancora a piede libero e impunito. Il protagonista fa anche la conoscenza di Annie e Mike, madre e figlio, che vivono in una villa vittoriana sulla spiaggia, a due passi da Joyland: il piccolo soffre di distrofia muscolare ed è condannato a un’esistenza purtroppo breve. Grazie a Dev, anche il piccolo e la madre vivranno forse l’estate più bella della loro vita.



Il nuovo romanzo di King, come detto, non è un horror. Non fatevi ingannare dalla copertina o dalla storiella del fantasma. Joyland è un romanzo che non rientra in un preciso genere, forse siamo vicini al thriller-giallo, ma soprattutto è un’opera che parla di amore, di crescita, di vita e di morte. E di destino. Talmente crudele che si prende gioco di noi non punendo per esempio un assassino e accanendosi invece su un bambino innocente. Nelle prime 100, 150 pagine non succede nulla a livello di trama, ma King è un maestro nelle descrizioni e stavolta non sono superflue come ogni tanto gli capita; siamo in riva all’oceano e riusciamo quasi a sentire il rumore del mare, del vento e a sentire la spiaggia sotto i nostri piedi.

E’ anche un libro abbastanza autobiografico: Dev legge Il Signore degli Anelli per esempio, opera che ha convinto il ragazzo Stephen King, come lui stesso ha dichiarato, a diventare uno scrittore.

Il romanzo ha una svolta quando il protagonista incontra Annie e il piccolo Mike. Da lì fino alla fine è un crescendo ed è davvero difficile staccarsi dalle pagine.

Joyland non sarà il capolavoro dello scrittore del Maine, ma è un libro delizioso, poetico, riflessivo e anche romantico, che si fa leggere dalla prima all’ultima pagina.



Consigliato a: tutti gli amanti di King, naturalmente. Ma anche a chi ama leggere le tematiche principali dell’essere umano: il senso della vita, della morte, la crescita. Devin Jones matura in quell’estate del 1973 ed è un vero piacere assistere a questa sua crescita.



Citazione: “Era bellissima, a piedi nudi e con i suoi jeans scoloriti. Avrei voluto prenderla in braccio e sollevarla in aria, portandola verso un futuro radioso. Invece la lasciai lì dov’era. Il mondo non funziona così, aveva detto, e quanto aveva ragione. Quanto aveva ragione.”

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