sabato 13 luglio 2013

Le braci - Sándor Márai

Le braci, Sándor Márai. 2008, Adelphi, 181 pagine.

Come ci si sente a incontrare il proprio migliore amico dopo quarantuno anni d'assenza? Dopo quarantuno anni di silenzio? Come ci si sente a rivedere dopo così tanto tempo una persona che si credeva amica e che si è rivelata pusillanime nell'animo?

Chiedetelo a Henrik, generale che un giorno, dopo quarantun anni, prepara meticolosamente la propria dimora ai piedi dei Carpazi, per ospitare a cena il suo vecchio amico Konrad.
Konrad dopo una giovinezza passata con Henrik decide misteriosamente un giorno di sparire senza dare notizie ad alcuna persona, men che meno al suo migliore amico.

Questa rimpatriata ha quasi il sapore dell'ultima cena in cui Konrad è messo al muro dai continui interrogatori del suo vecchio amico. Henrik ha bisogno di vomitare addosso al suo vecchio compagno di vita tutta la tristezza, la vergogna e la rabbia accumulata in quegli anni dopo che è stato abbandonato da Konrad prima e in seguito da sua moglie Krisztina deceduta.

Henrik sputa fuori tutto il risentimento nei confronti dell'amico in un monologo magistralmente gestito dall'autore, in un ritmo incalzante, in un susseguirsi di misteri che poco alla volta verranno svelati e che lasceranno il lettore a bocca aperta e con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. 

Sì, il lettore non riuscirà a tirare un sospiro di sollievo perché non riuscirà mai a capire come realmente sono andate le cose, non riuscirà mai a capire la decisione di sparire di Konrad, non riuscirà mai a capire l'odio e il rancore di Henrik, non riuscirà mai a capire il ruolo svolto da Krisztina.

Così come Henrik non riuscirà ad avere le risposte dall'amico alle sue tanto agognate domande: Krisztina era al corrente del fatto che mi volevi uccidere? E ancora si può e soprattutto si deve restare fedeli alla passione che ci possiede, anche se questo significa distruggere la propria felicità e quella degli altri?

Un romanzo di amicizia, di amore, di tradimento, di domande filosofiche, di rancore, di mistero, in cui lettore e personaggi non riescono a dare e ricevere risposte soddisfacenti.
Ma che meravigliosa lettura.

Consigliato a: chi è curioso di leggere un libro in apparenza semplice e rilassante, ma che in fondo si rivela così tragico e enigmatico da incuriosire moltissimo la mente del lettore.

Citazione: “L'amico, così come l'innamorato, non si aspetta di veder ricompensati i suoi sentimenti. Non esige contropartite per i suoi servizi, non considera la persona eletta come una creatura fantastica, conosce i suoi difetti e l'accetta così com'è, con tutto ciò che ne consegue. Questo sarebbe l'ideale. E in effetti: vale forse la pena di vivere, di essere uomini, senza un ideale come questo?”

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