martedì 1 dicembre 2015

La gemella silenziosa - S.K. Tremayne

La gemella silenziosa, S.K. Tremayne. Garzanti, 2015. 307 pagine, 14,36 euro.

Voto: 9/10

Io ho il dna uguale a mia sorella. Io sono la sua esatta copia. Il problema dell'identità affrontato nel romanzo di S. K. Tremayne, “La gemella silenziosa”, io in quanto gemella l'ho affrontato fin da piccola. Ma non a questi livelli. 

Kirstie e Lydia sono due gocce d'acqua. La differenza tra loro è inesistente o comunque altamente labile. Entrambe bionde, possiedono gli stessi nei, se non fosse per i vestitini di colori differenti, anche i genitori avrebbero difficoltà a distinguerle. Nessun dettaglio a prima vista le contraddistingue l'una dall'altra. Il rapporto tra queste due esistenze – o forse è meglio definirle presenze – è strano, religioso quasi: la loro infanzia è trascorsa a scambiarsi telepaticamente i sogni, a parlare un linguaggio tutto loro e particolare e a giocare in modo strano:

“Quale sono io, mamma?”

e a chiedere altrettanto paurosamente alla madre:

“Mettiti in mezzo a me, mamma”.

E i giorni proseguono così, fino a quando Lydia muore incidentalmente (e misteriosamente) dopo essere caduta da un balcone.
L'esistenza di Kristie si modifica in maniera totale. E' la sua identità, ora, che è difficile da trovare. E allora la cerca. La cerca dappertutto. Negli specchi, nelle finestre.
Nel riflesso della propria sorella morta.
Kirstie è un Giano bambino: la gemella rimasta incomincia ad assumere la forma di entrambe. E questo significa adottare le espressioni facciali di Lydia, le sue manie, la sua voce. E la sua persona, addirittura. 
Kirstie si trasforma in Lydia e viceversa.
E chi è la gemella sopravvissuta, allora? E chi è la bambina che, silenziosa, peregrina nella grande casa su quell'isola praticamente deserta?

Sono domande sconvolgenti che assillano la mente di entrambi i loro genitori, Sarah e Angus. Ma anche loro non hanno vita facile; i dubbi riguardo alla tragedia vissuta dalla loro piccola bimba, sono pesi enormi sulle loro coscienze, fatte di un rapporto matrimoniale sbagliato, supportato dalla noia, dalla repulsione, e anche dai tradimenti vicendevoli nascosti in un volume di Anna Karenina.

Tremayne ipnotizza e incalza il lettore a proseguire; smembra le sue certezze, le ricostruisce, fa cadere rovinosamente, di nuovo, anche quelle. Lo porta alla fine facendolo sospirare.
Ma non di sollievo.
Una lettura ardua, che sconvolge.

Consigliato a: chi ama i misteri psicologici soprattutto; chi è affascinato dai fantasmi; chi vuole sentire brividi freddi lungo la schiena.

Citazione: “Emily strilla  apiù non posso, corre fuori dalla stanza passandomi accanto. Io cerco di afferrarla, ma è troppo veloce. Cose deva fare adesso? Non posso lasciare che corra in spiaggia, sugli scogli, in quello stato isterico. Potrebbe cadere, potrebbe succedere qualsiasi cosa. Perciò la inseguo e in cucina la stringo in un angolo, accanto al frigorifero, mentre lei continua a tremare, ansimare, singhiozzare e gridare.
“Lei! È stata lei! Si è messa a parlare! Lei! Allo specchio! Allo specchio!”.

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