domenica 11 settembre 2016

Incontro con Giorgio Ghiotti a Le Notti Bianche | 10.09.2016 Vigevano | Rondini per formiche

Giorgio Ghiotti è una di quelle persone che si apprezzano subito; una di quelle persone che appena entrano in una libreria, sorridono e ti salutano, con quel sorriso. Subito dopo, ti accorgi di quanto sia coraggioso: classe '94, autore di un romanzo e di due raccolte tra poesie e racconti. E ti rendi conto, proprio attorno a quel “94”, che forse qualche speranza questa nazione ce l'ha. Almeno culturalmente.
Lo abbiamo incontrato ieri, presso la libreria Le notti Bianche, a Vigevano: un degno ritorno degli aperitivi letterari!

“Rondini per formiche” (ed. Nottetempo), il suo primo romanzo, incomincia da un verso della poetessa suicida Amelia Rosselli. In una stanza immersa nel buio, lo sguardo si concentra sulla fonte di luce, quell'uomo amato, colui che riesce a trasformare piccole cose, le formiche, in qualcosa di straordinario, ovvero, le rondini. E sta tutta qui, la storia.
Tommaso e Nicole, due fratelli che vivono nella spasmodica ricerca del proprio riscatto, in modo estenuante e ostinato.
E scoprono la vita; “Rondini per formiche” si può quasi definire un romanzo di formazione, ma dissimile dal solito: qui tutto è già successo, tutto è già avvenuto, e questo tutto è narrato dalla voce di Tommaso.

Una voce che corre, senza freni, liberatoria, dallo stile ossessivo, veloce; è decisamente una scrittura che (s)fugge, quella di Giorgio. Che tenta di riempire le assenze.
Sì. Quegli spazi lasciati dai genitori di Tommaso e Nicole, perchè è vero: ci si ricorda sempre di ciò che le persone non hanno fatto, o di quando non ci sono state, piuttosto che il contrario. 
Questi vuoti da saturare, tanto cari agli autori emergenti e ai loro personaggi: Francesco Colloneve di Gabriele Di Fronzo ne è un chiaro esempio.
Ma i vuoti di Giorgio lasciano il segno, contano in quanto “spazi aperti”.
Quindi, tutti da riempire e da catalogare.
Da colmare con la scoperta dei sogni e del proprio corpo, quello che accade allo stesso protagonista del romanzo.
Da colmare con la scoperta di ciò che è l'amore. Ragionamento, sembra essere per Tommaso. Un sentimento matematicamente da spiegare. Ma forse non può funzionare così...
Da colmare con gli affetti, dati da sagome di corpi, da illusioni, da presenze, da ossessioni squisitamente positive.

La poesia di Giorgio è tutta qui. In queste 150 pagine.

"Se una retta che taglia due rette determina dallo stesso lato angoli interni minori di due angoli retti, prolungando le due rette esse si incontreranno dalla parte dove i due angoli sono minori di due retti. Il teorema l’avevo imparato a scuola, mandandolo a memoria senza capirne il senso. Però mi affascinava l’idea che, per incontrarsi, qualcuno ci deve tagliare, e non senza dolore, perché è più facile riconoscersi da una stessa ferita." 

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